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Sustainability
04 Maggio 2022

Domanda, tipologie e destinazioni d’uso della plastica. Nel mondo e in FITT

Nel precedente articolo abbiamo visto come la plastica, pur essendo un materiale piuttosto giovane (160 anni dalle prime forme di cellulosa e 70 anni dalla sintesi del polipropilene da parte di Natta, che ha dato la vera svolta al settore) ha permeato ogni aspetto della nostra vita quotidiana.

Questo perché la plastica ha delle caratteristiche uniche ed è estremamente versatile: si può infatti utilizzare in ambiti in cui la funzione si esaurisce in pochi giorni (gli imballaggi), ma anche in ambiti in cui la funzione deve essere garantita per più di 50 anni (le costruzioni).

Quanti tipi di plastica esistono e quali sono le più diffuse?

La plastica è una realtà plurale, per questo motivo è più corretto parlare di materie plastiche, ovvero di una grande varietà di polimeri, ognuno con le distintive caratteristiche, proprietà e campi di applicazione.

In base alle normative DIN 7728 e 16780 e allo standard internazionale ISO 1043/1, ad ogni materia plastica è associata una sigla, che la identifica univocamente.

È però necessario fare una prima suddivisione delle materie plastiche in due famiglie: le termoplastiche e le termoindurenti.

Le termoplastiche sono una famiglia di materie plastiche che possono essere fuse quando vengono riscaldate e possono essere indurite quando si raffreddano. Queste caratteristiche sono reversibili, il che vuol dire che le materie termoplastiche possono essere nuovamente scaldate, formate e indurite. Esempi possono essere il polietilene, il polipropilene, il policarbonato, il polibutilene tereftalato, le poliammidi, etc.

Le termoindurenti sono una famiglia di materie plastiche che subiscono un cambiamento chimico quando vengono riscaldate, creando una rete tridimensionale. A differenza delle precedenti, però, questo processo è irreversibile quindi, dopo essere state riscaldate e formate, non possono essere rifuse e riformate.
Esempi di materie termoindurenti sono il poliuretano, il silicone, la resina metacrilica, il vinilestere, etc.

Fig. 1 Distribuzione della domanda di plastica per tipo di resina 2019
Fonte: PlasticsEurope Market Research Group (PEMRG) and Conversion Market & Strategy GmbH

 

Quali sono i settori in cui viene impiegata la plastica, in Europa?

Il 60% delle materie plastiche sono impiegati in due settori: quello degli imballi (39,6%) e quello delle costruzioni (20,4%)

Il terzo settore con maggior domanda di materie plastiche è l’industria automobilistica (9,6%).

Fig. 2 Distribuzione della domanda di richiesta della plastica per settore 2019
Fonte: PlasticsEurope Market Research Group (PEMRG) and Conversion Market & Strategy GmbH

 

Quali tipologie di plastica utilizza FITT?

Da più di 50 anni FITT realizza tubi, tubazioni e sistemi per il passaggio di sostanze liquide, gassose e solide per diversi settori di applicazione: giardinaggio, piscina, edilizia, nautica, infrastrutture e molto altro.
Ogni soluzione è progettata per garantire la massima performance in termini di durata, resa e operatività ed è realizzata con una specifica formula chimica, che prevede l’impiego di determinate materie plastiche.

Il PVC, le poliolefine (polipropilene e polietilene) e gli elastomeri termoplastici sono le plastiche più utilizzate da FITT per i propri prodotti.

Grazie alla resistenza alle sollecitazioni meccaniche sia a caldo che a freddo, all’intrinseca ininfiammabilità e alla possibilità di essere specificamente formulato per il contatto con l’acqua potabile e con sostanze chimicamente aggressive, il PVC rigido viene utilizzato nella produzione di tubi per l’edilizia, per le condotte fognarie e per l’acquedottistica.
L’alta flessibilità, la resistenza agli agenti atmosferici e la versatilità del PVC flessibile, lo rendono ideale per la produzione di tubi tecnici, tubi per il passaggio di liquidi alimentari e tubi da giardino.
Inoltre, il PVC, sia nella versione rigida che in quella flessibile, è facilmente riciclabile: può così essere  riutilizzato nei processi produttivi, al fine di generare nuovi prodotti, eliminare gli scarti e ridurre l’impatto ambientale.

Per la leggerezza, per le proprietà di resistenza chimica e per la possibilità di essere reso ignifugo, antibatterico e antistatico, anche il polietilene viene ampiamente utilizzato nella produzione di tubi per l’edilizia, seppure per impieghi meno gravosi.
Il polipropilene, grazie all’inerzia chimica e alla facilità di unirsi gli elastomeri termoplastici, è ideale come materiale strutturale nei tubi spiralati per applicazioni tecniche e alimentari.

Gli elastomeri termoplastici rappresentano la nuova frontiera per i tubi tecnici e i tubi da giardino: da un lato, infatti, conservano l’aspetto termoplastico che li rende completamente riciclabili e, dall’altro, raggiungono caratteristiche equiparabili a quelle delle gomme in termini di resistenza ed elasticità.
Tra queste particolari miscele ibride di gomma e polipropilene, rientrano gli elastomeri termoplastici (TPE) a base stirenica e quelli a base di gomma pre-vulcanizzata. I primi sono particolarmente adatti per il trasporto di liquidi alimentare e di acqua potabile, mentre i secondi, insieme agli elastomeri termoplastici poliuretanici (TPU) sono ideali per impieghi medio gravosi, che richiedono proprietà antiabrasive e sforzi meccanici prolungati a temperature più elevate.

L’etilvinil acetato (EVA), altro elastomero termoplastico, trova impiego in due differenti applicazioni: grazie alla bassa densità che gli consente di galleggiare, viene utilizzato nei tubi per la pulizia delle piscine, e, grazie alla trasparenza e alla capacità di contenere il calore generato all’interno della serra dai raggi solari, viene usato nella realizzazione delle pellicole per le serre.

Da ultimo, il poliestere viene largamente impiegato nel rinforzo tessile dei tubi flessibili. I filati in PET, infatti, possono essere facilmente uniti a tutti i materiali plastici e, grazie alla loro tenacità, garantiscono la resistenza alla pressione dei tubi flessibili.

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