Nei precedenti articoli abbiamo attraversato la storia delle materie plastiche, le abbiamo raggruppate per tipologia e per applicazioni d’uso, e abbiamo visto che l’unico modo per conoscere l’impatto ambientale dei prodotti è quello di misurarlo lungo l’intero ciclo di vita attraverso strumenti empirici, come l’LCA.
L’analisi del ciclo di vita di un prodotto, oltre a misurare gli impatti ambientali dei processi produttivi, al fine di ridurli, porta ad un sostanziale cambiamento nella progettazione degli stessi: si passa così da una progettazione strettamente legata al prodotto, ad una progettazione del sistema-prodotto, che comprende tutte le fasi del ciclo di vita, dall’ideazione allo smaltimento. Nasce quindi l’Ecodesign.
L’Ecodesign, o progettazione sostenibile, è un modello economico che coinvolge l’intero processo di ideazione, progettazione, vendita sul mercato e smaltimento di un prodotto, che ha come obiettivo la riduzione dell’impatto ambientale complessivo di tutta la catena.
L’Ecodesign non è solo una scelta etica per la conservazione delle risorse del pianeta e per la sua sopravvivenza, poichè tiene in considerazione sia le materie prime impiegate nei processi di produzione, sia l’energia utilizzata in ogni fase del ciclo di vita del prodotto, ma è anche il primo passo verso un’economia circolare.
A differenza del design industriale, che si è focalizzato sulla producibilità – introdurre rapidamente nuovi beni aderenti agli standard di qualità, al minor costo possibile, senza preoccuparsi delle esternalità ambientali e sociali negative – l’Ecodesign si focalizza sulla fase della progettazione: coniugare i requisiti tecnici, funzionali ed economici riducendo al minimo l’impatto ambientale e sociale dell’intero ciclo di vita del prodotto e delle sue componenti.
L’Ecodesign rappresenta quindi la nuova frontiera del design: una progettazione basata sull’impiego efficiente di risorse e materiali consente, infatti, sia di ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione, sia di ridurre la quantità di rifiuti generati, intervenendo su durabilità, riparabilità, possibilità di aggiornamento e riciclabilità dei prodotti stessi.
È sulla ricerca dei materiali e sullo sviluppo di nuovi tecnopolimeri, sia nei propri laboratori che in partnership con centri di ricerca e università, che FITT basa la strategia di fare impresa, con l’obiettivo di trovare soluzioni innovative in grado di rispondere alla sfide ambientali di oggi e del futuro.
I prodotti di FITT nascono dell’Ecodesign e dall’applicazione dei suoi tre principi fondamentali: performance, riduzione e riciclo.
Ci impegniamo a rispettare gli studi di mercato in materia di sicurezza chimica e di prodotto; a garantire la durata dei prodotti per tutta la vita prevista dall’applicazione e a migliorarne le prestazioni affinchè questa possa essere il più longeva possibile; a realizzare prodotti riparabili da parte dell’utilizzatore.
Ci impegniamo scegliere i migliori materiali al fine di ridurne il più possibile l’utilizzo e diminuire conseguentemente l’impatto ambientale; a considerare il packaging come strumento utile a garantire il trasporto e il non deperimento del prodotto, e a limitarne pertanto l’uso alla quantità minima necessaria; ad indentificare le soluzioni per limitare il più possibile l’ingombro dei propri prodotti durante il trasporto, al fine di contenere le emissioni di CO2eq durante la movimentazione.
Ci impegniamo, a favorire l’utilizzo di materiali di seconda vita; a prediligere materiali per i quali esiste già una filiera consolidata di riciclo e a creare o incentivare la creazione di nuove filiere; a garantire l’utilizzo di soluzioni progettuali monocomponenti facilmente separabili per semplificare una futura riciclabilità.